giovedì 24 novembre 2011

Varie e variegate (al cioccolato)

 Beh sì, insomma...diciamo che è passato un bel po' di tempo dall'ultima volta che ho scritto, nè? Ma prima che cominciate con il coro di "macheccefrega, macheccemporta"cerco subito di radunare nel cervello le varie cose che volevo scrivere. Frugo due minuti e ho fatto.Sì. Ecco.


 Cominciamo con una notizia vecchia, ma sensazionale e di vitale importanza per il genere umano, che è quella che riguarda i miei esami: ebbene, dopo settimane di tribolazioni, tè e infusi vari ingurgitati alle tre di notte, frasi sconnesse scarabbocchiate sul muro e invocazioni sul tetto insieme ai gatti, posso finalmente dire che è li ho FINITI!
*Applausi in platea*
Il senso di libertà che mi ha pervaso una volta raggiunto il traguardo era quello tipico dei quindicenni che finiscono la scuola a giugno, ma molto, molto peggio. Peccato che adesso si è quasi giunti a dicembre e che quindi i corsi universitari siano ricominciati. *PIANGO*
Ma comunque tra le due cose c'è stato un evento piacevole, una cosina da niente, chiamata:


Mica ciccia, gente. Ho avuto il piacere di gironzolarci per ben tre giorni (e 33€ alla cassa, grazie) facendomi venire dei dolori ai piedi che se la battono alla grande con quelli che mi vennero a Londra.
Quest'anno niente maltempo e quindi niente affogamenti vari e panico dilagante fra gli stand che perdono acqua dal tetto: siamo stati un amore e domenica ha addirittura fatto caldo. Va bene che la domenica è stato comunque il delirio per via del numero di persone che partecipavano, ma se sei un vero frequentatore di fiere a stare strizzato come una sardina in mezzo alla folla te ne fai una ragione.
E dunque qual'è il resoconto di questa Lucca? Tanta, tanta roba. 
Innanzitutto per il ragguardevole numero di cose comprate dalla sottoscritta. E giusto per farvi intuire, scoprire che alcuni stand accettavano la carta prepagata non è stata affatto, AFFATTO, una buona cosa.

Inizio con le fanzine, anche perchè quest'anno ho avuto due belle soddisfazioni. Ho infatti partecipato ai concorsi di Fattore Manga e della Bandiera Manga, piazzandomi per il primo al settimo posto e vincendo nella seconda

Questa per la categoria illustrazione a colori
E quest'altra per la categoria in bianco e nero
 Per Fattore Manga invece si trattava di una piccola 4 pagine, che magari metterò prossimamente, quando avrò modificato un pochino le cose che non mi piacciono XD
Intanto, ecco la rivista ;D

C'è anche il numero 0! Recuperatelo u.u

E insomma, ne sono stata veramente felice, per me è già tantissimo! ^^ Mi raccomando, ovviamente se potete comprate tutte e due le riviste. Andate sui siti e potete anche ordinarle!
Sempre per la categoria fanzine, ho preso Hyoutan, Spoiler, Asakusa e Yggdrasil.


Come primo acquisto scellerato mi son fiondata sui materiali da disegno. Ho fatto la mia annuale scorta di Copic Sketch (che appunto, prendo solo a Lucca e una volta all'anno per risparmiare spese di spedizione varie) recuperando alcune belle tinte che mancano fra gli Ciao!
Poi è stata la volta dei retini, e lì credo di aver intasato il passaggio per mezz'ora a quelli che volevano comprarli. Purtroppo non riuscivo proprio a decidermi fra tutti quelli che c'erano X°D Alla fine, dopo essere stata presa a male parole da tutta la clientela mi sono umilmente ritirata alla cassa con vari puntinati chiari e gradazioni. L'ho detto che i retini sfumati mi fanno semplicemente impazzire? <3

Sul fronte fumetti invece, faccio una piccola lista. In primis i numeri uno della Fenice e di Black Jack di Osamu Tezuka. Dato che nella mia fumetteria queste due serie partono rigorosamente dal numero due, mi è sembrata una buona idea comprarli. In particolare, non ho parole per esprimere quanto mi sia piaciuto la Fenice, per cui se potete procuratevelo!



E sempre di Tezuka il quinto numero di Astro Boy, con dentro la storia del "Più grande robot del mondo", da cui, se non lo sapete, è ispirato Pluto di Naoki Urasawa. E se non avete letto Pluto, fatelo casso! ;D
Poi, due numeri di fortuna di Buddha, il 6 e il 7. Perchè dico di fortuna? Perchè li ho pagati 1€ a testa e sono anche nuovissimi. Bah, venditori impazziti. This is Lucca!
Successivamente, c'è Taniguchi, di cui ho recuperato L'uomo che cammina e Quartieri lontani





Ma l'acquisto di cui sono veramente felice è il primo numero di Sky Doll di Barbucci e Canepa.

Serie che adoro e che ho già ho letto a scrocco, ma che non mi decidevo a collezionare per via del prezzo proibitivo.
Con tutto il bene che gli voglio a Barbucci, ma 17 € per 50 pagine scarse a me continuano a sembrare un furto. E no, del cartonato non me ne frega una cippa. Ora, non per fare troppi confronti, ma Quartieri lontani l'ho pagato 19€ e sono oltre 400 pagine. Michia se costa, il colore!
E sempre parlando del bene che voglio a Barbucci, quest'anno era anche uscito il secondo volume di Chosp

Che ci ha fatto il gentile piacere di salire di prezzo, arrivando a costare 15€, quando per il primo ne avevo pagati SEI. Pazienza caro, ci reincontreremo più avanti. Ero intenzionata anche a prendere Blacksad



che però allo stand della casa editrice avevano esaurito. Tra l'altro, credo di aver fatto una figura barbina proprio a causa di questo fumetto.
Mentre lo cercavo, all'improvviso lo vedo poggiato vicino alla mano di una signorina che era seduta al tavolo di uno stand. Mi precipito vicino a lei e le chiedo tutta contenta dove l'ha preso, indicandolo animatamente. Viene fuori che la poverina non parla italiano (!), ma ha capito lo stesso cosa voglio, così me lo faccio spiegare in inglese e la ringrazio tantissimo. Solo dopo, quando allo stand gli addetti mi danno il due di picche perchè l'hanno finito, comincio a rendermi conto che forse, dico FORSE, ho parlato con un'autrice che, poverina, stava facendo un incontro col pubblico e non l'ho cagata di striscio, tutta presa a cercare Blacksad. Davvero, mi sono sentita una cacca. La prossima volta vedrò di fare le cose meno impulsivamente.
Comunque mi sono consolata prendendolo dalla mia fumetteria di fiducia, quindi ora sono più felice! ;D
Altra nota positiva di Lucca: quest'anno sono finalmente riuscita a godermi per bene le mostre. E che mostre! Del sopracitato Blacksad c'era l'esposizione dell'autore Juanjo Guarnido, con una carrellata di tavole davvero meravigliose. Ci sono rimasta mezz'ora davanti ad ognuna e non scherzo.
Poi c'era quella di Jiro Taniguchi, in cui sono rimasta sorpresa di trovare tavole di dimensioni non più grandi di un A4. Con dettagli spaventosi. Sul serio, o scopro che lavora con uno stuzzicadenti o iomi getto dalla finestra per la disperazione.
E infine la mostra di David Lloyd, che con mia somma giUoia era a tema V for Vendetta. E' stato bellissimo poter vedere le tavole originali *-* E ho scoperto che rendono molto di più in bianco e nero. Sul serio, saranno magari i miei gusti, ma il colore mi era sempre parso insipido e superfluo su quest'opera. E così ne ho avuto la conferma.

Mmm...essendo che non mi viene in mente nient'altro direi che sono arrivata alla fine. L'unica cosa significativa in questi mesi è stata Lucca, quindi...mi accingo a tornare alla mia noiosa vita da universitaria. E piango. Per il resto, cerco di lavorare ad un progetto, una storia di massimo 4 o 5 capitoli che mi sta frullando in mente in questi giorni.
Speriamo di portarla a termine!
Eh? Come dite? Dov'è il cioccolato in questo post? Ma da nessuna parte cari, l'ho scritto solo perchè così i più golosi erano costretti a leggersi le mie scemerie. E poi, su tra un po' siamo a Natale! Tempo qualche settimana e ci ingozzeremo tutti come tacchini, altro che cioccolato!

Alla prossima! :D



domenica 2 ottobre 2011

Ma che cavolo di titolo...

...metto? Boh, la fantasia mi scarseggia.
Iniziamo col dire che sono in nevrosi da esame e che quindi potrei risultare sconclusionata e/o isterica. Tuttavia, prendo un bel respiro e cerco di fare un decente post di passaggio. Così, perchè a sfogarmi ho bisogno anche io ogni tanto.
Dopo settimane passate sui libri, quando chiudo gli occhi vedo solo parole stampate e immagini di santi (si, il Rinascimento e tutto quel che vuoi tu, ma che DUE PALLE mi hanno fatto le Madonne col bambino ) perciò ho cercato di disintossicarmi e ho tirato fuori due disegni.  Non so perchè mi è presa la fissa delle ragazze coi fiori svolazzanti attorno, perciò eccovi due tipe coi fiori svolazzanti attorno, appunto:
E una...
...eddue.
...ma io dovrei studiare, cavolo, dovrei proprio essere a studiare, porc...ehm, scusate, dicevo, son due illustrazioni che ho fatto come valvola di sfogo ^^ Alla fine mi son divertita, anche se la seconda la sento proprio tirata! Due cavolo di ore per fare quello schifo di posizione, credetemi. Dovrei sotterrarmi. Ma la perdono perchè ci sono i girasoli :D Io adovo i girasoli! Sono i miei fiori preferiti!
E questi li ho anche visti dal vivo alla Nationa Gallery. Dopo aver preso a ginocchiate un gruppo di francesi.

Domani dovrei anche andare alla Scuola di Comix, a Napoli, dato che lo scorso giugno avevo vinto uno stage. Devo far vedere alcuni lavori per stabilire a che punto sono, così possono inserirmi nel corso giusto, e sono un po' nervosa. Lo so che in fondo è una sciocchezza, quindi non vi preoccupate, ho già provveduto a prendermi a testate e a rompere le scatole a chiunque fosse così stupido da starmi a sentire! Tutto fatto!
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Proseguiamo con una notizia allegra, dunque.
Ieri è uscito il primo numero di Mangakugan, una rivista online gratuita per chi vuole pubblicare i propri manga. Ne ho parlato in questo post, poco tempo fa.
Mi raccomando, andate sul loro sito e dateci un'occhiata! Potete scaricarla o leggerla online e, se volete, supportarla ;) Tutti quanti si sono impegnati molto e sono sicura che col tempo si formerà un valido progetto!
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Chiudiamo invece, con una notizia più seria e infinitamente triste, che è la morte di Sergio Bonelli, avvenuta lo scorso 26 settembre. Se non sapete chi è Sergio Bonelli, vergognatevi, se invece è il contrario, sono sicura che gli avrete dedicato almeno un saluto così come merita.
E io parlo da persona che con i fumetti Bonelli parecchie volte ci ha litigato, ma che nonostante tutto ne riconosce la grande importanza nel settore.
L'unica serie che mi abbia mai toccata o appassionata, neanche a dirlo, è stata Dylan Dog. L'altro giorno, su un blog, si chiedeva quale fosse il numero preferito di tale serie e io chiudo con questa storia, Totentanz
Di Sclavi e Casertano

Assolutamente splendida e toccante, anche per una ragazzina che a quel tempo aveva dodici anni e Dylan Dog lo leggeva lo stesso, a rischio di farsela addosso.

sabato 3 settembre 2011

Ma il London Bridge prima o poi cadrà? Secondo me sì.

Che se a uno di malauguri gliene dici trentordicimila volte al giorno prima o poi la sua bella rotolata dalle scale sempre se la farà. Non si tratta di cattiveria: è scientificamente provato. Tira e ritira prima o poi la corda si spezza. Ecco perchè credo che il London Bridge farebbe bene a mandare a quel paese tutti i bimbi di Inghilterra che giocosamente ripetono la famosa filastrocca.
Corna a terra. Dal 1744.
Curiosamente leggo su un sito che questo ponte rispetto agli altri è meno decorato, perchè fu progettato proprio per essere funzionale e resistente. Meno male. Quindi, avanti, alzi la mano il genio che s'è inventato la canzoncina! Maledetto diffidente antimonarchico!

A parte ste' scemenze deliranti, comunque, come avrete capito son tornata dal quel di Londra. Il motivo dell'apertura di questo post con la filastrocca del London Bridge è per ricordare che proprio così si è chiusa la mia vacanza. All'aereoporto una bambichina minuscola la cantava con la nonna e giuro che è stata la cosa più dolce che mi è capitato di vedere da quì a qualche anno. Poi son dovuta salire sull'aereo e tanti saluti, niente più London Bridge is falling down, niente più Gatwick, niente più Earl's Court e niente più Mind the Gap e tutte quelle cosine che senti in metro ripetute ogni giorno dalla voce metallica fino e che ti si ficcano irrimediabilmente nel cervello.
E' stato bello. Tanto bello.
E ci tornerò, non importa quando, non importa per quanto tempo, ma io tornerò lì. *sigh*
Anche perchè, diciamocelo, Londra non te la vedi per bene in 4 giorni, non te la vedi bene nemmeno in 7 se è per questo. Certo se vuoi andare lì a spassartela e basta ti infogni tutte le sere a Piccadilly e tanti saluti, dopo poco certo che ne hai piene le scatole; ma se vuoi vedere davvero Londra, allora non basta tutto il mese. In parte è colpa delle attrazioni e negozi che hanno questa simpatica abitudine di chiudere alle 5. No, dico, alle CINQUE. Che razza di orario del cavolo è?
Per colpa loro abbiamo corso come forsennati tutto il giorno e c'è stata una volta che siamo rimasti con l'amaro in bocca perchè non ce l'avevamo fatta in tempo.

In ogni caso, raccontare tutto per filo e per segno sarebbe da suicidio, ma ci sono alcune cose che per la loro importanza, vanno dette. Percio ho deciso di fare un'altra classifica, intitolata:

     Dieci cose che ho capito degli inglesi.

Verità numero 1: I cartelli
Dipende dalle prospettive.
A Londra, non puoi perderti. Non puoi proprio, anche se una mattina ti svegli e ti dici "oggi mi perdo". Non te lo permettono. E' grazie ai cartelli che io sono sopravvissuta in metropolitana, unica, esatta, inesauribile fonte di informazioni. Ce ne sono a singhiozzo ogni due centimetri e in questi sette giorni sono stati i miei migliori amici. Non ce ne è stato uno che abbia toppato, sono sempre arrivata dove volevo, senza esitazioni, semplicemente fidandomi dei cartelli.
A Napoli non è così. Per dire, una volta atterrata cercavo il bagno e, ancora abituata all'efficienza dei segnali britannici, ho seguito con tranquillità la scritta "Toilet". Due minuti dopo ero di fronte ad un muro, dietro un'impalcatura.

Verità numero 2: Le strisce pedonali.
Si, anche a terra c'è segnalato dove devi guardare.
Non è vera questa cosa che gli inglesi sono perfettini e attenti alle regole. Quando c'era un semaforo col segno rosso, lo attraversavano, al diavolo le regole, vado di fretta. Niente di diverso dal traffico italiano, mi sono sentita a casa. L'unica cosa era che se il segnale era rosso, tu eri in strada e una macchina stava passando c'erano altre probabilità che ti tirasse sotto le ruote senza alcun pudore.
Almeno, da noi fanno finta di non vederti, ma all'ultimo minuto si fermano. Per protestare.

Verità numero 3: Le macchine inquietantemente pulite.
 Lo erano. Pulite, intendo. Che cosa c'è di strano? Niente, se si fosse trattato di una, ma tutte erano splendenti, lucidate. Non ne ho vista una ammaccata, neanche una riga sulla portiera, niente. Inquietante. Secondo me tengono nel garage quelle vere e fuori espongono i modellini farlocchi, sono convinta che se ci battevo sopra scoprivo che erano di plastica.

Verità numero 4: La politica del cortile libero e le costruzioni in serie
Casa mia è quella con la fascia di finestre al centro e il tetto triangolare. Si, insomma, tra quella con la fascia di finestre al centro e il tetto triangolare.
Agli inglesi non piacciono tanto i cancelli. Molto spesso sono bassi, ridicoli, messi lì tanto perchè tu possa sbeffeggiarne l'altezza. A volte non ci sono proprio, ma ci sono enormi cartelli con su scritto "Area privata", "Non entrare, violazione della legge", "Vietato fare inversione, perseguibile legalmente". Ma intanto il cancello non lo mettono. 
E inoltre c'è questa cosa delle case tutte uguali. Interi quartieri esattamente identici, che se volevi riconoscere il tuo era un'ardua impresa. Li svenderanno all'Ikea?

Verità numero 5: Gli Italiani
Gli italiani, a Londra, vanno fortissimo. Nel senso che l'italiano si vende tanto, anche se a volte non è per niente italiano, ma inglese/indiano/cinese travestito abilmente con i baffi neri e il forno a legna per la pizza. La cucina inglese è una dura sfida per il fegato e la sua qualità è sinceramente dubbia: non per niente come unico piatto famoso hanno questo misero filetto di merluzzo fritto con le patate vicino. Qualcosa dovrà significare.
E infatti, nella via principale di Earl's Court, dove passavamo le nostre sere, c'erano ben SEI ristoranti italiani in soli 100 metri, l'uno dietro l'altro lì a farsi concorrenza. Pienissimi. All'estero c'è questa legge che se è italiano è buono, PECCATO che alcuni ristoranti siano messi su da gente che un piatto italiano non l'ha visto neanche in fotografia. Ed ecco che allora ti partono con gli abbinamenti più disgustosi che tu abbia mai visto. Di seguito elenco quelli che personalmente ho mangiato:

- Pizza con formaggio, mozzarella, pezzi interi di patate con la buccia e cipolle CRUDE;
- Risotto ai funghi, che fin quì va bene, finchè non ci aggiungi il POLLO arrosto nel mezzo.
- Ancora, pizza con bolognese, nel senso del ragù che cucina tua nonna alla domenica, con peperoni e ANCORA cipolle crude.
- Panino con mostarda, cipolle, cetrioli, formaggio alla plastica, rucola, tonno e maionese con olive nere. Che solo a leggerlo scommetto che vi è venuta l'acidità di stomaco. Anche a me dopo averlo mangiato. Ma abbiate pietà: avevo fame.
E ovunque andassi, anche se avevi chiesto un gelato alle fragole, ti facevano: ci vuole il Parmigiano sopra?
Altra verità sugli italiani a Londra: ce ne sono troppi. Dappertutto, ovunque, più degli inglesi. Escono dalle fottute pareti.

Verità numero 6: Portobello è una patacca.
No, sul serio, è stata una delusione. Due chilometri di mercato e c'erano solo bancarelle con gli stessi medesimi souvenir che ho trovato a pacchi in qualsiasi altro negozio di Londra. Patacche su patacche. L'unica cosa interessante era l'antiquariato, ma volevano talmente tanto che facevi prima a spararti in un piede, ti sarebbe costato di meno. E poi c'erano le bancarelle di frutta, quelle sì, carine, con certe ciliegie grosse come palle da golf.

Verità numero 7: I bus a due piani

Checcarini che erano. Purtroppo non ne ho preso neanche uno, perchè la metro era talmente efficiente che anche aspettare due minuti in più alla fermata poi ti sembrava un tempo interminabile. E poi c'è questa cosa che io pensavo fossero due tre, giusto per i turisti, invece sono proprio i bus ufficiali! Scusate, eh, non lo sapevo mica.
Amo il loro colore, ovviamente, e poi sono efficientissimi: vai lì e dici "oh, adesso aspettiamo un pò che passa un bus rosso a due pia..." e quello è già lì, con appresso altri due. Passano sempre. Per me è una cosa fuori dal mondo. Quando io prendo l'autobus devo sperare che l'autista abbia effettivamente qualcosa da fare nei pressi della mia fermata, tipo la spesa, altrimenti niente, mi tocca farmela a piedi.

Verità numero 8: L'amore per la musica
Oh, lo so che tutto il mondo ama i Beatles, ma lì proprio era lo sport nazionale, tipo. In metropolitana e per strada chiunque aveva roba dei Beatles addosso, non potevi scamparla. Mi sono commossa, guardate. L'unico grande rimorso di questa vacanza, sveliamolo: non sono riuscita a fare una capatina ad Abbey Road. Piango.
Però ho fatto una capatina al London Beatles Store, che, guardate, c'avrà anche lui le sue patacche, ma già la vetrina fa la sua figura.
Dentro è ancora meglio.
E poi, al teatro c'era il musical dei Queen. Il musical, dei Queen. E io avevo anche la carta per lo sconto e non ci sono andata.
Mapporc...
Mapporca di quella porc...


Verità numero 9: L'ora del té
Non sono riuscita a prendere il tè come si deve, come fanno gli inglesi, però ho assistito ad un gruppo di vecchie cariatidi che lo bevevano, nel loro ambiente naturale. Smettiamola di parlare di stereotipi, non ha senso dirlo, loro sono davvero così. E' stato bellissimo: due signore con il vestitino a fiori, due signori con le polo e il maglioncino e gli occhiali sul naso, che facevano il te col colino e ingurgitavano dolci ragguardevoli, che avrebbero fatto venire il diabete anche a me che stavo di fianco. Che spalmavano burro e marmellata su certi panini strani, morbidi, e parlavano di golf, del tempo, e di quanto in quel locale il tè fosse absolutely spectacular.
Impagabile.

Verità numero 10: Harry Potter
E ti pareva che non ce lo facevo rientrare in classifica?
A Londra, nelle librerie, c'è una cosa che solo la mia mente bacata poteva considerare degna di nota: da Foyles, libreria dove io ho acquistato i miei primi tre Hp in inglese, c'è la sezione fiction, sezione romance, sezione thriller, sezione children...e poi c'è la sezione Harry Potter. Cioè, dai, se non ce l'ha a Londra una sezione a parte! Troppo bello!
Poi si, insomma, continuando sulla scia Harry Potter, devo informare chi di voi avrà intenzione di andare a King's Cross che il binario 9¾ è stato tristemente spostato, per via dei lavori di ristrutturazione. A meno che non vogliate consumarvi i piedi e fare figure di cacca a profusione col personale che vi guarda girare tormentato fra gli archi di pietra, vi conviene recarvi direttamente ai binari dall'1 al 4 e poi seguire l'uscita...
Oppure, in alternativa, usare gli occhi. Cosa che io non ho fatto.
Un'altra cosa da tenere in considerazione: se andate lì visitatevi St. Pancras la stazione subito adiacente (è colei che inspiegabilmente si vede nell'ultimo film). King's Cross è una pippa al confronto.

E insomma, ci sono diverse cose che sono andate bene e altre un pò male, ma tirando le somme è stata una meravigliosa vacanza. Ho mantenuto le promesse fatte all'inizio: ho i piedi acciaccati e ho comprato 12 confezioni di tè con ben 10 gusti diversi. Starò a posto per un pò e il mio livello di dipendenza salirà considerevolmente. Ma questo, fortunatamente, non sarà affar vostro.

Chiudo con la bellissima canzoncina del London Bridge, perchè sì, perchè mi è rimasta in testa a me e non vedo perchè la stessa sorte non debba toccare a voi. Prego notare che solo dopo molte ricerche sono riuscita a trovare un video che non riportasse l'immagine del ponte SBAGLIATO. Tutti mettono il Tower, cavolo.


martedì 23 agosto 2011

Mi parto

Finalmente anche io faccio la mia buona vacanza estiva, anche se ho aspettato praticamente la fine di agosto per partire. Ebbene dopo sogni, speranze e preghiere sembra che qualcuno si sia rotto le balle dei miei continui lamenti ed abbia deciso di accontentarmi: me ne volo a Londra.

Quì sopra potete osservare il famosissimo orolo...ingresso ai nostri uffici. Numero d'entrata: 62442. Comunicateci il motivo della vostra visita e riceverete in omaggio delle bellissime spille personalizzate!

 Si, niente tintarella per me, pazienza, tanto manco mi piace. Quest'estate resterò bianca e 'sticavoli, preferisco rintanarmi in qualche museo, possibilmente la National Gallery. Lo so che cosa state per dire. A Londra piove. E io risponderò: diamine ma portate sfiga, ho appena controllato il meteo e oggi c'è il diluvio! Nemmeno si può parlare!

A parte questo, nemmeno tutta l'acqua di questo mondo potrà fermarmi dal girare la città, perciò niente IO PARTO e addio, per questa settimana, ci rivediamo martedì prossimo! E poi sono preparata al cambio delle lingua, ho fatto i miei progetti: il primo inglese che non mi parla piano e scandendo le parole, lo picchio.

Tornerò con le bustine di tè che mi escono dalle orecchie, una dose considerevole di calli ai piedi e tanta giuoia nel cuore.

Nel caso in cui invece non mi vedeste tornare potete provare a cercarmi quì:

Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts,
Sala Comune dei Grifondoro,
Sotto il letto di Ron Weasley

*Fatto il Misfatto!*


venerdì 19 agosto 2011

HERO (e tristemente anche Chuck Bass)

Beh, oggi vi volevo parlare di una cosa bella, di una cosa veramente carina, ma!... sono le 4 del pomeriggio e su Italia 1 mandano Gossip Girl e dopo c'è OC. Sono costretta a rovinare il post.
Vi prego, lasciatemi illustrare questa mia teoria, sono sicura che una volta finito la condividerete: Gossip Girl è un telefilm su irritanti adolescenti ricchi che non combinano nulla nella vita e O.C è, vediamo un po'...ommioddio, un telefilm su irritanti adolescenti ricchi che lo stesso non hanno intenzione di combinare nulla nella vita!
E' perfetto!
No, ve lo dico io, è diabolico.
Perchè tu, essere umano dalla normale sopportazione, puoi anche essere dispostosto a sorbirti per 40 minuti gli sguardi da triglia in salamoia di Chuck Bass, ma non puoi in alcun modo rimanere sano di mente dopo ALTRI 40 minuti di identiche scemenze in salsa OC.
Sono Chuck Bass e piaccio a tutte, ma per quelle che ci vedono ho un po' la faccia da coglione.
 Non puoi e basta. E quindi, formulo la mia teoria: Italia 1 ha trovato per me l'accoppiata più diabolica della storia della televisione; due minuti di Gossip Girl e ti si frigge una parte del cervello, il terzo minuto pensi che dopo ti aspetta OC e il tuo apparato celebrale parte per la tangenziale. Indi per cui, resti attaccato come una ameba alla tv, incapace di cambiare canale. Geniale.
Io ci ho provato diverse volte a seguire i telefilm, ho tanta buona volontà, ma questi mi hanno ucciso.
Ogni volta che vedo i personaggi di queste serie ho voglia di picchiarli tutti, ma forte, in modo che la smettano di lagnarsi per ogni minima cosa. Mi irritano che non avete idea, non posseggono un briciolo di buon senso e buona volontà, hanno una caratterizzazione piatta come una sottiletta e quei pochi che sono diversi la cambiano ogni due minuti ad esigenza degli sceneggiatori. Aspetta, sceneggiatori: mi sa che ho cercato male io, ma di sceneggiatura qua non ne ho vista nemmeno l'ombra. Sono persone che vivono a caso, parlando a caso e facendo cose a caso. E sono ricchi.
E voi direte, perchè non cambi canale? Eh, infatti, da oggi in poi lo farò, ho capito che non fa per me. E in tutta sincerità per questi giorni sono rimasta sintonizzata solo perchè dopo How I met you mother facevo altre cose e lasciavo incautamente su 6. Mai più.
Anche se non lo guardo, mi arrivano lo stesso tutte le scemenze alle orecchie e dopo un pò sono satura.

Ahhhh.

Ok, finito questo sfogo (chiedo perdono, ma mi ci voleva) passiamo alle cose serie. Volevo segnalare questo bellissimo webcomic (cioè che ve lo leggete aggratis in rete) che sarebbe: HERO
Home page del sito




Non ho detto webcomic a caso, ma perchè, in effetti, è tutto in inglese. Comunque, se siete avezzi ve lo consiglio davvero tanto. A spiegarvi il genere, non saprei farlo, direi che rientra in quello fantastico, ma molto incentrato sull'ispezione psicologica dei personaggi, in particolare sulla crescita emotiva del protagonista, che dovrà affrontare un viaggio. L'atmosfera è onirica e favolistica e i disegni sono semplici, ma efficaci, davvero belli! Non a caso questa ragazza è arrivata seconda all MICC con questo: Vefurrin
E insomma, 'sticavoli, mi attira molto!
Particolarità, se lo leggete, è che i dialoghi vi appaiono automaticamente quando spostate il cursore sulla pagina, come una finestrella di pop-up. Sembrerà un pò ostico, ma se ci fate l'abitudine è veramene ben azzeccato per l'atmosfera, perchè sembrano quasi voci fuori campo.
Unico neo: per il momento è incompleto, ma l'autrice non ha detto nulla sulla sua sospensione o cose del genere, credo che semplicemente proceda a rilento perchè non ha tempo.
Ripeto: se potete leggetelo!
E mi è anche venuto in mente che qualche volta dovrei mettere il link ad alcune storie vincitrici del MICC, perchè moltissime meritano :)

Chiudiamo con una cosa inquietante che ho appena visto alla tv: la pubblicità di Ramen Girl!

Sì, questa è la locandina seria.
La storia di una ragazza americana che, nel tentativo di dimenticare una delusione d'amore va in Giappone e scopre di amare invece il ramen. O almeno, è quello che ho capito dalla pubblicità. E voi direte WTF? E si, io ho detto proprio WTF? Ma nessuno mi ha risposto.

Però mi sono innamorata della frase finale: "Maestro, insegnami come metterci tamashii!"
( E si, se ve lo state chiedendo, Italia 1 ha sborsato per questo film solo perchè ora la gente grazie a Naruto sa cos'è il ramen )




giovedì 11 agosto 2011

Vuuip


Dieci punti al primo che indovina cosa mai avrò voluto intendere col titolo ಠ_ಠ
Anyway, come direbbe la mia prof. di inglese, quest'oggi niente, parlo di cose sparse, in ordine sparso.
Iniziamo con una notizia seria, e cioè la nascita di una nuova rivista contenitore online :

Il sito e il forum

Eccovelo spiegato in maniera seria da gente competente, dato che a fare le presentazioni sono un pò una pippa:

"Diamo ufficialmente il via al progetto Mangakugan: la creazione di una rivista online dedicata ai mangaka italiani e – perché no? – a tutti gli appassionati di fumetti nipponici e non alla ricerca di qualcosa di diverso da leggere! Sì, esatto, diverso, poiché innanzitutto è così che ci presentiamo: come un’alternativa al classico fumetto italiano, cui contrapporremo uno stile profondamente influenzato da quello giapponese.

Purtroppo, qui in Italia i manga italiani non sono molto amati dalle case editrici. Ed è così che nasce l’idea di fondare una rivista, un rifugio per tutti coloro alla ricerca di uno spazio per esprimere se stessi e il proprio stile di disegno, un luogo in cui farsi valere. Ma Mangakugan non sarà solo una rivista: essa aspira a diventare una comunità, un mezzo tramite il quale autori e lettori potranno confrontarsi, scambiare opinioni e pareri, un mezzo per crescere sempre più come persone e artisti, il tutto divertendosi."
 
Come iniziativa è davvero interessante e io avrei una mezza intenzione di partecipare. Se impegni e pigrizia me lo permetteranno, si intende *picchia a sangue la pigrizia e anche gli impegni*
Se voi volete provarci, cosa aspettate? Datevi una mossa!

Dopodichè, passo un pò a dimostrare che in effetti ogni tanto anche la mia mosceria va in penZione. In questi giorni ho provato la carta della Windsor&Newton acquistata recentemente. Anche se di solito non sopporto le carte ruvide, l'ho comprata perchè mi sembrava perfetta per lavorarci con le Ecoline, anche loro acquisto recente. Altro punto a suo favore è che costa solo 6.50 € per 10 fogli, al confronto con i VENTIDUE EURO della Fabriano.
               
E sì, come sospettavo è perfetta. Quel che non avevo calcolato era che io non so per niente usarle, le Ecoline.
Ecco il lavoro, che alla fine ho fatto a Copic. Solo la sciarpa è in Ecoline. Ma sinceramente, voi la vedete la differenza?
E quindi, insomma, non sono riuscita a separarmi dai Copic, in compenso ho scoperto che danno una resa bellissima su questa carta. Sul serio, mi piace da matti! L'unico lato negativo è che forse, essendo il foglio molto assorbente, il colore potrebbe consumarsi il doppio...non so, sono combattuta. Il mio portafoglio comincia seriamente a protestare e mi chiede quando mai metterò la testa a posto. Speriamo.

Continuiamo con un'illustrazione che mi trascino dietro da mesi, quasi anni e che ho forti sospetti che non continuerò. O magari la ricoloro.
O magari la brucio, và.
 Altro lavoro che purtroppo è già sulla via della malora, è questo, stavolta in bianco e nero con retini.
Scansionato malissimo, non ho proprio idea di come continuarlo. 
Poi, poi...beh, niente ho finito. Post di passaggio, l'unica cosa significativa è il progetto di Mangakukan.  Mi raccomando, visitate per bene i link che vi ho passato!
A presto! \( )/

domenica 7 agosto 2011

Aspiranti, inspiratori e aspirazioni

Con questo post dal titolo che vi invito a ripetere velocemente dieci volte di seguito senza fermarvi, vorrei approdare su un argomento caro a tutti i disegnatori e non: coloro che vi hanno influenzato. E' un argomento che può diventare davvero vastissimo e complicato, lo so, ma siamo quì per affrontarlo insieme!
Ovviamente parlerò di me, mica di voi. Vanesi che siete.
Comunque siete liberissimi di condividere nei commenti ciò che più vi aggrada! Magari quel che avete mangiato a cena ieri sera, o, ancora meglio, qualcosa che c'entri con l'argomento di oggi. Parlatemi un pò di chi ha influenzato voi.

Ed ecco, sì, dai, facciamo senza indugi un bel cauntdaun di 5 posizioni! Fa più saspens così.
Cominciamo!
5: Katsura Hoshino

 L'ultima arrivata in casa, al grido di "ommioddiomacomemipiacecomedisegnaquesta!" Non sono sicurissima che sia una donna, ma la maggior parte del net sembra considerarla tale. In ogni caso, ai fini del nostro discorso questo particolare ci interessa veramente poco, perchè che sia uomo o donna, quest'autrice è davvero brava. Cosa mi piace della Hoshino? 
Al primo posto: le tavole. 

E potrei continuare all'infinito. Ma è meglio fermarsi, credo.
Quello che mi fa davvero rimanere così -> :O  è la dinamicità pazzesca delle sue battaglie, l'inchiostrazione sublime, il contrasto perfetto di neri pieni e bianchi (il tratteggio è infatti quasi inesistente) e in generale l'eleganza dei personaggi, anche quando sono martoriati e grondano sangue a fiotti. E la dinamicità. L'ho già detto? La dinamicità. In parte è anche colpa sua se sono così maniaca delle linee cinetiche, delle prospettive distorte e dei corpi che si deformano in movimento.
Inoltre, non so chi abbia come assistenti, ma certe vedute di edifici, soprattutto cattedrali gotiche, sono talmente suggestive che ti pare di star guardando una fotografia.
Sarà pure l'ultima arrivata, ma questa donna mi ha fatto salire il livello di ispirazione negli ultimi 2 anni come nessun altro. Anche le tavole a colori sono pregevoli e mentre me le slurpavo con lo sguardo ho notato che sono molto coerenti coi lavori in bianco e nero.
Pieghe sui vestiti e luci in contrasto netto in abbondanza.


Prospettiva dall'alto, come piace a me <3
Ottime composizioni. Dinamiche!

E talmente me le sono slurpate che ho anche provato ad imitare il modo di colorare. Che ho combinato, direte voi? Beh, è uscito questo.
Epic fail
4: Takeshi Obata
Ora, questo lo conoscerete tutti, credo. E' colui che ha disegnato Death Note e che attualmente disegna Bakuman. Lo stacco tra le due serie è enorme, sia per tematiche che, a quanto ci vuol far vedere l'autore, per disegni. Obata per me ha un grande talento, mi da l'idea di avere una pefetta padronanza dell'anatomia realistica, ma riesce a stilizzarla come preferisce senza perdere punti in credibilità. Soprattutto nelle illustrazioni mi piace come esprime i volumi attraverso i colori, in particolare sui chiaroscuri della pelle.

Usa i copic in una maniera indescrivibile, devo ancora capire come diavolo fa, ma sospetto che li mischi coi radiant o qualcosa del genere. Non è umanamente possibile sfumarli in quel modo, mi rifiuto di crederlo. E insomma, con illustrazioni del genere che tavole vi aspettate?
Toh, eccoli.
 Takeshi Obata è un tipo versatile, diciamolo. Con Death Note usò uno stile che virava più sul realismo (e a mio parere ha espresso a pieno le sue potenzialità ) oggi, con Bakuman, è uno stile parecchio più cartoonistico e meno particolareggiato. Molti dicono che è disegnato da cani, io penso che si stia semplicemente adattando alle tematiche della storia è che una scelta del genere risulti molto azzeccata. E' un pregio saper variare. Insomma, Obata se ne sta là sull'olimpo dei disegnatori che vorrei raggiungere come livello tecnico e anche se si è mostrato decisamente in ritardo nella mia vita, direi che il quarto posto non glielo leva nessuno.

3: Shin Takahashi

Ok, ora Shin Takahashi è al terzo posto per tantissimi buoni motivi, talmente tanti che non saprei da dove cominciare a elencarli. Un autore che per me ha trovato un perfetto equilibrio tra storia, tematiche e disegni in tutti i suoi lavori. Uno dei miei manga preferiti, se lo sapete, bene, se non lo sapete ve lo dico io, è senza dubbio Lei, l'arma finale.
No, NON è un hentai.
 Se non l'avete letto, FATELO che siamo tutti ancora giovani e una o due orette al giorno non le sprecate di certo. Quel che mi piace di Shin Takahashi sono i suoi disegni atmosferici, non nel senso che disegna quando piove, ma che disegna in modo veramente suggestivo, non dal lato tecnico, ma dal lato della comunicazione visiva. Molti hanno questa idea che non sappia disegnare, ma, pace all'anima loro, NON SANNO DI COSA PARLANO.
Scherzi a parte, per me lui è davvero l'esempio che dimostra che il tecnicismo non è tutto. Anzi vi dirò, guardate bene i suoi lavori e provate a dirmi che gli mancano le conoscenze in ambito artistico. Provateci. Anche se un disegno è giusto, esatto e realistico in ogni sua parte non è detto che risulti bello.
E' quella storiella della regola senza il sentimento, che sì, alcuni di voi potranno credere che sia una  stronzata, ma non immaginate quanto vi state sbagliando.
Non vorrei disegnare come Shin Takahashi, ma darei qualsiasi cosa per riuscire a raggiungere il modo in cui comunica i sentimenti al lettore.



2: Kaori Yuki
Featuring Louis, yeah! \m/

Kaori Yuki ha influenzato molto, parecchio, tantissimo, il mio modo disegnare. Oso dire che se non mi fossi imbattuta a metà strada nei suoi lavori, probabilmente oggi non avrei lo stile che ho. Al tempo in cui me ne innamorai credevo che i suoi disegni fossero la perfezione in assoluto. Ora che sono parecchio disillusa mi rendo conto che così non è, ma lo stesso, quando guardo Angel Sanctuary o Ludwig Revolution, nonostante gli errori, ci vedo ancora quella bellezza di quando avevo 14 anni.
L'autrice ha questo stile dichiaratamente gothic che oggi a qualcuno può anche far storcere il naso, ma a suo tempo, alle prime pubblicazioni, mi ricordo che fu vista come una vera novità. Dato che so che in giappone esiste il clone di qualsiasi cosa, non credo che fosse l'unica, ma di certo era una delle più brave.
E sì, facendo questo post mi sono accorta che mi ha infuenzato parecchio nel modo di inchiostrare.

Ricordo che cominciai a copiare i suoi disegni come una forsennata e da allora non ho mai più disegnato come facevo prima. Da una parte credo mi abbia fatto bene, perchè mi ha spinto a pormi più domande su come si dovesse organizzare una composizione, sul lato decorativo (strabordava di pizzi e merletti da tutte le parti) e anche sul colore, sebbene le sue tonalità fossero cupe e non troppo squillanti come lo sono le mie qualche volta. Insomma, Kaori Yuki mi ha spinto nella mischia, in tutti i sensi, e non gliene sarò mai fin troppo grata.

1: Le W.i.t.c.h

Perchè dico le W.i.t.c.h e non Alessandro Barbucci? La risposta è: perchè sì, è anche Alessandro Barbucci, ma io a quel tempo non lo sapevo e inoltre ho continuato a seguire morbosamente la storia anche una volta che lui non era più "addetto" ai disegni. Quindi, è stata la rivista in generale, i personaggi in generale, ma anche tutti gli altri disegnatori che si sono susseguiti sulle sue pagine (eccezion fatta per alcuni che prioprio non mi andavano giù )
Tutti, più o meno, hanno cominciato la propria carriera leggendo quel che ci proponeva casa nostra. Io ho iniziato da Topolino e Zio Paperone, ho proseguito con Dylan Dog (che da piccola mi spaventava da matti) e sono approdata sul disegno più colorato, simil-manga e a poco prezzo che sono riuscita a trovare in edicola. E poi la protagonista aveva i capelli rossi.

Dai, come facevo a dirle di no?
L'ho seguito fino al, uh, 43° numero? Già allora la storia stava andando un pò a degradare, oggi molti mi dicono che sono arrivate alla frutta. Un esempio lampante è la copertina: quando lo compravo io c'era solo l'illustrazione e il titolo dell'episodio, con qualche accenno alle rubriche, oggi ci sono più foto di Robert Pattinsons e test dell'amore da far passare in secondo piano la storia all'interno. Tristezza. Anche le illustrazioni delle copertine poi, eh.
Cose tipo questa.
E questa.
E ancora. Si, mi riferisco al logo.
D'accordo, non lo sto leggendo, ma già al tempo in cui lo lasciai io il fumetto stava andando a parare molto poco sui toni da fantasy e molto su quelli da soap opera dell'ora di pranzo. Una fine indegna per un prodotto che era partito decisamente bene (ah, la storia dei dodici portali! Gli incubi di Nerissa! Son lacrime *sigh*) LA MIA INFANZIA.
E poi, insomma, sì, tornando alle influenze, non potevo non metterle al primo posto. Come se non ci fosse stata la Yuki a spingermi a migliorarmi, se non ci fossero state le W.i.t.c.h io probabilmente a quest'ora farei la gelataia o qualcosa del genere. Se loro non mi avessero fatto incollare su quelle pagine a ripetermi quanto dovesse essere bello fare fumetti, non ci sarebbe nemmeno questo blog. Alcune vignette, non parlo di illustrazioni ma proprio di vignette, mi suggestionarono talmente tanto che ora quando le rivedo mi rendo conto di conoscerle a memoria, ogni piccolo tratto e particolare. Ce ne sono tante, vi farei un elenco se potessi, ma sappiate che sono tutte sui primi numeri e quasi tutte riguardano Will. Le ho copiate e ricopiate, le ho consumate e quando le rivedo e come fissare una propria fotografia da piccola. *nostalgia mode-on*
Visto che prima vi ho fatto vedere cose dubbie, ora magari cerco di recuperare qualcosa dei bei tempi


Ultima cosa: esiste il manga vero e proprio delle W.i.t.c.h, prodotto in giappone con retini e tutto il resto, ma non ve lo consiglio.
Mi ha fatto leggermente schifio.


Ed ecco quì, le mie influenze. Ho cercato di spiegarvele come meglio potevo, ma non so se ci sono riuscita a pieno. Comunque, sappiate che queste sono solo alcune, solo quelle che hanno significato più di tutte, ma tantissimi altri, per ragioni di spazio e tempo, non sono potuti apparire in questo post. Forse qualche altra volta parlerò di Urasawa, Asano, Takahashi o la Minekura, per esempio, ma per il momento questa classifica mi sembra la più adatta.

Se you soon!